periodo: 29/11/2014 - 15/03/2015
curatore: Mirella Cisotto Nalon
artista: Graziano Visintin
presso: Oratorio di San Rocco
La rassegna di gioielleria contemporanea “Pensieri preziosi”, giunta quest’anno alla sua decima edizione, propone una mostra monografica dedicata al maestro padovano Graziano Visintin.
L’esposizione, che resterà aperta fino al 15 marzo presso la prestigiosa cornice cinquecentesca dell’Oratorio di San Rocco, presenta lungo un percorso cronologico scandito in sedici vetrine oltre cento opere che abbracciano un arco temporale di circa quarant’anni, dalle prime creazioni risalenti agli anni settanta fino ai lavori più recenti: in questa occasione sarà possibile ammirare non solo gioielli, spesso affiancati ai bozzetti e ai disegni preparatori che ne hanno accompagnato l’ideazione e la progettazione, ma anche inedite sculture di piccole dimensioni, passione a cui l’artista si è dedicato soprattutto in questi ultimi anni.
Diplomatosi nel 1973 all’Istituto d’Arte “Pietro Selvatico”, fucina da cui trae origine la cosiddetta “Scuola orafa padovana”, Visintin adotta fin da subito un linguaggio essenziale, basato sui concetti classici di armonia e proporzione, sulla scia degli insegnamenti dei suoi maestri Mario Pinton, Francesco Pavan e Giampaolo Babetto.
Ricorrendo ai codici primari della geometria, Visintin esprime il proprio senso del ritmo e dell’equilibrio: quadrati, rettangoli, cubi, coni, cerchi, tetraedri sono protagonisti delle sue prime creazioni, gioielli in cui queste basilari forme geometriche vengono allineate, sovrapposte, intersecate in un gioco continuo di pieni e di vuoti. La sperimentazione sugli accostamenti di colori e materiali fin dall'inizio fa il suo ingresso nella ricerca di Visintin, e così alla lucentezza dell’oro, materiale prezioso e simbolo di perfezione a cui l’artista rimarrà fedele negli anni, si affianca ora la lucida compattezza dell’ebano e dell’avorio, ora la scabra cromia del niello, altro elemento che costituirà una costante del suo lavoro.
Le creazioni degli anni ottanta sono all’insegna della leggerezza. Visintin – non a caso definito un “poeta della linea” – porta avanti la sua ricerca verso l’astrazione creando gioielli quasi immateriali. Attraverso un processo progressivo di riduzione, di semplificazione, i volumi si svuotano, le forme si allungano e si assottigliano fino a raggiungere esiti di estrema purezza ed eleganza. Nascono collane, spille, bracciali, anelli, orecchini, in cui la cifra stilistica adottata fa giustamente parlare dell’artista come di un raffinato interprete del minimalismo in oreficeria.
Negli anni novanta, alla semplicità e al senso della misura Visintin affianca le qualità decorative del niello, che graffia le superfici creando giochi di macchie e sfumature. Amalgama di rame rosso, argento fine, piombo, zolfo croceo e borace, il niello è sostanza che viene dal lontano passato e che ha ricoperto un ruolo di primo piano nell’oreficeria medievale, specialmente tra XII e XIII secolo. Ad esso l’artista infonde nuova vita, utilizzandolo in modo del tutto originale: il niello di Visintin non è più il riempitivo di solchi incisi nel metallo alla maniera antica, ma una pennellata dai contorni sfrangiati e irregolari e dagli effetti pittorici molto ricercati.
Linea e geometria continuano a essere il leitmotiv dei gioielli creati nel nuovo millennio, ma la ferrea regolarità delle linee, quasi impercettibilmente, si rompe, le forme si incurvano, i contorni talvolta si slabbrano, le superfici a buccia d’arancia, lavorate con foglia d’oro applicata su lamina e trattate con niello e smalti, divengono mosse e vibranti. Difficile non pensare all’arte informale: il sottile spiraglio, quasi una linea d’ombra, che si forma tra due piastre accostate di certe spille richiama i tagli di Lucio Fontana; le superfici ruvide, grumose, come sottoposte a un processo di corrosione, mostrano assonanze con tante opere di Alberto Burri.
E ancora, in una molteplicità di riferimenti culturali che pervade tutta la sua operosa carriera, certe creazioni di Visintin evocano la produzione litografica di Jean Dubuffet, la ricerca tonale di Marc Rothko, le movimentate, liriche geometrie di Paul Klee, le pitture sfuocate di Cy Twombly, le lievi e aeree sculture di un indiscusso maestro della linea come Fausto Melotti.
Lo sguardo di Visintin, infine, si posa attento anche sui maestri antichi, e così il tripudio decorativo dei soffitti e delle cupole barocche di tante chiese romane ispira una serie di spille dai contorni polilobati, caratterizzate da un fine senso del colore, ottenuto con la stesura stratificata di smalti brillanti e trasparenti.
Questo ricco ventaglio di influenze culturali è la prova di quanto Graziano Visintin abbia saputo coniugare perizia tecnica, capacità inventiva, volontà di sperimentazione con una salda conoscenza dell’arte passata e presente, secondo una concezione moderna del fare oreficeria, per la quale ha meritato prestigiosi riconoscimenti internazionali, e di cui questa esposizione offre un’ampia e affascinante panoramica.
Leggi la recensione del libro
Pensieri preziosi. Monografie - Graziano Visintin. I giorni e le opere
Scopri gli altri protagonisti della scuola orafa padovana
Giampaolo Babetto
indirizzo
via Santa Lucia, 35139 Padova, Italia
telefono
Oratorio di San Rocco tel. 049 8753981; Servizio Mostre - Settore Attività Culturali tel. 049 8204539/63
gennaric@comune.padova.it;serviziomostre@comune.padova.it
web
http://padovacultura.padovanet.it
orari
da martedì a domenica 9.30-12.30, 15.30-19.00, chiuso i lunedì non festivi, 25 e 26 dicembre 2014 e 1 gennaio 2015
accesso per i disabili
si
biglietti
ingresso gratuito
catalogo
catalogo bilingue (italiano/inglese) Comune di Padova
ufficio stampa
ufficio stampa Alessandra Zabbeo, Servizio Mostre - Ufficio Comunicazione
patrocini
Comune di Padova
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