“Arcobaleno” è il nome della spilla che compare sulla copertina del catalogo della mostra “Ferdinando Sandi. Eleganza e preziosità nel gioiello italiano”, allestita presso i Musei Eremitani di Padova tra febbraio e marzo 2015: su un elemento verticale in oro giallo e argento brunito si apre un ventaglio di pietre colorate, composto da lapislazzuli, onice, agata verde, corniola e ambra. La varietà dei materiali utilizzati, la ricercatezza formale e la precisione esecutiva testimoniano da parte dell’artista la piena padronanza delle tecniche orafe, unita a una profonda conoscenza delle gemme e a una spiccata sensibilità per gli accostamenti cromatici, tratti caratteristici di tutta la sua produzione.
Come sottolinea Mirella Cisotto Nalon nel saggio che apre il catalogo, “le creazioni di Ferdinando Sandi si inseriscono nel filone della grande tradizione italiana: il suo è un gioiello prezioso nel quale la materia viene sapientemente lavorata e valorizzata nelle sue molteplici valenze, dove la tensione per le forme originarie viene stemperata da impeccabili e talora inaspettate simmetrie; un gioiello che stupisce e incanta grazie a studiati e felici accostamenti, alla capacità di valorizzare al massimo le pietre che, grazie al taglio sapiente e alle scelte compositive, possono risplendere della loro luce più vera e sprigionare il loro potere ipnotico e profondamente seduttivo”.
Corredato da un ricco apparato iconografico, che presenta un numero di pezzi più ampio di quello esposto in mostra, il volume consente di ammirare i capolavori di oltre sessant’anni di attività.
Al punzone con il marchio 1PD (primo a Padova) – è nel laboratorio del padre Bruno che Ferdinando Sandi apprende i primi segreti del mestiere di orafo – seguono una serie di gioielli dedicati al mondo naturale. Mosconi, grilli, colibrì, tartarughe, libellule, farfalle, formiche sono i protagonisti di numerose spille, mentre foglie, violette, campanelle, peonie impreziosiscono collane e orecchini.
Nelle creazioni di Ferdinando Sandi sono spesso i titoli a suggerire la fonte di ispirazione che guida la fantasia e dà forma al gioiello.
“Oceano”, “Mare immobile”, “Flutti”, “Onda marina”, “Acqua iridescente”, “Baia” richiamano alla mente il fascino dei paesaggi marini.
“Dune”, “Segreto di montagna”, “Sassi di Sardegna” dicono quanto anche la morfologia terrestre possa suggerire forme di volta in volta morbide o spigolose e il ricorso a colori scuri e terrosi.
Gli spettacoli celesti sono evocati da gioielli quali “Cosmo”, spilla dalla elegante linea Liberty, “Cielo blu”, in cui si fa largo uso di lapislazzuli, “Costellazioni” e “Specchi solari”, due collier in cui la luminosità suggerita dai titoli è ottenuta con l’utilizzo di oro bianco, perle e diamanti, “Tramonto”, titolo dato a una spilla e a un paio di orecchini in cui l’alternanza di elementi geometrici in oro giallo e in smalti rossi sembra suggerire l’ampiezza dei caldi raggi del sole prima della sua discesa sotto la linea dell’orizzonte.
Nel libro non mancano le immagini di gioielli che rivelano le suggestioni ricavate da viaggi in paesi lontani: “Zen”, “Danza andina”, “Inca”, e infine “Monete”, una splendida collana con pendenti fatti di turchesi, ambre e cacicchi indiani.
Numerose creazioni, infine, guardano alla regolarità della geometria, con la sua ritmica cadenza di moduli ripetuti e contrapposti come cerchi, triangoli, quadrati, rettangoli, in cui è evidente la ricerca di una purezza estrema pur senza rinunciare al decorativismo cromatico delle pietre preziose.
Attraverso questo ampio excursus fotografico, dunque, il volume consente di cogliere appieno la raffinatezza di esemplari unici, in cui la tradizione del gioiello classico si coniuga perfettamente con innovazione e sensibilità personale.
A cura di Mirella Cisotto Nalon
Immagini di Gabinetto fotografico dei Musei Civici di Padova: Filippo Bertazzo, Marco Campaci, Giuliano Ghiraldini
Editore Comune di Padova
Anno 2015
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