“Sterminato” è l’aggettivo appropriato per definire il Victoria and Albert Museum di Londra: il più grande museo al mondo di arti decorative ed arti minori che ospita anche notevolissime collezioni di scultura, pittura, stampe, fotografia, architettura, design, arti orientali. Il V&A, come è familiarmente chiamato, è sede, inoltre, della National Art Library.
Vi raccontiamo la sua storia e i suoi percorsi in due parti: la storia del complesso museale e delle collezioni in questa prima parte e l'articolato percorso espositivo nella seconda parte.
V&A Il complesso espositivo e le collezioni - I Parte
V&A in numeri
“From ancient Chinese ceramics to Alexander McQueen evening dresses, take an incredible journey through 5000 years of human creativity”: il V&A si presenta!
45.000 metri quadrati di superficie, 13 chilometri di percorso, più di 150 gallerie, oltre quattro milioni di oggetti, 5.000 anni di storia raccontata attraverso tutte le forme d’arte applicata che l’uomo conosca, percorsi geografici e cronologici che si intersecano: ecco in sintesi il V&A!
Per la quantità e l’eterogeneità delle collezioni è stato via via definito, nel corso degli anni, un “immenso bazar” (P. Mérimée, 1803 - 1870); un “enorme magazzino pieno di possibilità” (A. Gormley, 1950); un “magazzino fastoso pieno di icone del design” (R. Rogers, 1933); ma anche “il museo perfetto: un grande tesoro, ricco sia di manufatti che di idee” (N. Foster, 1935) ed è sempre stato fonte di studio e ispirazione: “Noi artisti andiamo al V&A per nutrirci!” affermava lo scultore britannico Anthony Caro (1924-2013), e certo non solo gli artisti!
Il complesso museale – Come il V&A è cresciuto nel tempo
La storia architettonica del complesso museale fu piuttosto travagliata. Volendo dare una nuova sede al Museum of Manufactures, dove era esposto il nucleo originale delle attuali collezioni del V&A, divenuto ormai inadeguato per la crescita delle collezioni stesse, nel 1855 furono costruite nell’attuale sede di South Kensington la Sheepshanks Gallery e la Iron House - le famigerate “Brompton Boilers!” - adiacenti agli edifici in legno che ospitavano le Scuole Statali di Design. Nei decenni successivi furono affiancate da un insieme di edifici architettonicamente disparati, necessari per esporre le collezioni del museo che diventavano sempre più consistenti ed eterogene.
Dopo un primo tentativo per un progetto razionale e unificante per il museo messo a punto dall’architetto vittoriano Francis Fowke - stroncato sul nascere per la morte dell’ideatore (1865) - e il succedersi di vari progettisti, nel 1891 fu indetto un concorso per individuare un nuovo architetto e un nuovo progetto. Nonostante gli elogi spesi per il vincitore, l’architetto Aston Webb, il suo progetto subì diverse interruzioni, revisioni e compromessi: benché mancassero ancora molti elementi del progetto stesso, Edoardo VII inaugurò il nuovo museo nel 1909. E i lavori non finiscono mai: il museo seguita ad evolversi grazie al Futureplan, un ambizioso piano di sviluppo che continua a trasformare il V&A creando nuove gallerie e servizi e restaurando e ripristinando le parti della costruzione originale.
Storia delle collezioni del V&A
Il nucleo iniziale delle collezioni del V&A è costituito dalla originaria collezione didattica delle Scuole Statali di Design degli anni Trenta dell’Ottocento - in gran parte calchi di gesso di sculture e architetture rinascimentali, poi confluite nelle Cast Courts - ampliata enormemente in quantità e varietà con l’acquisto di “oggetti di design esemplari” della Grande Esposizione Universale di Londra (Great Exhibition of the Works of Industry of all Nations, Hyde Park, 1 maggio - 15 ottobre 1851).
Esposizione che - voluta dal principe Alberto e dalla Royal Society of Arts per celebrare le moderne tecniche industriali e per mettere in evidenza il connubio esistente tra arte ed industria - riscosse un enorme successo e fu seguita da una lunga serie di esposizioni analoghe dall'Ottocento ad oggi.
Per esporre questa collezione fu appositamente inaugurato nel 1852 a Marlborough House il Museum of Manufactures voluto per migliorare “il gusto del pubblico nel design” e “illustrare l’applicazione delle Belle Arti a oggetti di uso quotidiano”.
Trasferita nella sede attuale nel 1857, la collezione costituì la base dell’allora South Kensington Museum, rinominato successivamente nel 1899 Victoria and Albert Museum per volontà della regina Vittoria.
Per quanto già nel 1863 il direttore Henry Cole (1808-1882) si fosse raccomandato di “limitare le acquisizioni agli oggetti in cui l’arte veniva applicata con un fine di utilità” i decenni successivi videro aggiungersi alle collezioni originali una grande quantità di opere eterogenee rispetto allo spirito iniziale.
Le collezioni, inoltre, continuarono ad accrescersi e a diversificarsi anche con il trasferimento del posseduto di altri musei quali il Museo Indiano, il British Theatre Museum e il Museum of Performing Arts.
Cromwell Rd, Knightsbridge, London SW7 2RL, Regno Unito
orari
10.00 – 17.45 tutti i giorni 10.00 – 22.00 tutti i venerdì
accesso per i disabili
Accessibile ai disabili
biglietti
Ingresso libero (gradita un’offerta), Mostre a pagamento
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