Storia della bigiotteria italiana di Bianca Cappello (Skira 2016) - appassionante come un romanzo, fondamentale per il suo valore scientifico - approfondisce un aspetto sinora poco documentato della creatività e della produzione nazionale: quello della manifattura di bigiotteria dall’Unità d’Italia ai giorni nostri. Di pagina in pagina scorrono davanti agli occhi la storia e le immagini dei bijoux ideati e realizzati nel Bel Paese negli ultimi 150 anni e - nello stesso tempo - si racconta la storia di un popolo, delle sue abitudini e dei suoi costumi. Una vera e propria narrazione per immagini, in cui la bigiotteria è il filo conduttore.
Nata come mera imitazione della gioielleria “vera”, democratica perché alla portata di tutti, originale grazie all’uso di un’ampia gamma di materiali, forme e colori, questa nuova espressione d’arte nel corso degli anni raggiunge in Italia livelli prestigiosi. La sinergia che si stabilisce nel secolo scorso fra le case produttrici e i grandi couturier la rende complemento indispensabile della moda.
Anche se "non è tutto oro quel che riluce" questi bijoux brillano per la raffinata esecuzione normalmente riservata ai gioielli veri, per la grande abilità artigianale della fattura, per l'originalità del disegno e dei materiali in cui sono realizzati.
Partendo dalle capacità peculiari delle singole regioni, dai materiali non preziosi tipici di quelle terre (tra cui il vetro di Murano, il corallo di Torre del Greco, la pietra lavica della Campania o della Sicilia, la paglia di Firenze, il sughero sardo ecc.) l'artigianato della tradizione si rinnova via via con i linguaggi della contemporaneità divenendo esso stesso "impresa". Dialogando con il design e l'arte promuove un'intera economia rendendola produttiva a livello nazionale ed internazionale con il Made in Italy, sempre nel pieno rispetto della qualità e della cura dell’oggetto.
Stili e tecniche si intrecciano in un percorso continuamente in bilico fra tradizione e innovazione; arte, design, moda si fondono restituendo - nel plasmare ed indossare la bellezza - l’immagine del Paese.
Tutto questo è raccontato nelle 160 pagine del volume. In nove capitoli, ben documentati ed illustrati, si analizza la bigiotteria del periodo dorato della Belle Époque; quella degli anni Venti e del Déco; i bijoux del periodo fascista e bellico; quelli del dopoguerra, della ricostruzione e della “dolce vita” anni - questi ultimi - in cui la moda italiana viene riconosciuta a livello internazionale. I favolosi Sixties - gli anni del boom economico - segnano anche il boom dell’esportazione italiana della bigiotteria: nasce il punzone “Made in Italy” per contraddistinguere i prodotti italiani esportati all’estero; si creano strette collaborazioni fra stilista e bijoutier che spesso durano molte stagioni.
Attraversati gli anni Settanta all’insegna del lusso e della provocazione si approda al decennio successivo in cui molte aziende di bigiotteria - collaborando con famose case di moda - reinterpretano gli elementi dettati dalla Pop Art, dai Keith Haring, dagli Andy Warhol in sintonia con nuove regole di moda.
Col passaggio al Nuovo Millennio la crisi economica mondiale orienta il gusto a forme e materie più sobrie. Anche il settore bigiottiero italiano risente delle congiunture internazionali: molte aziende chiudono, si definisce un nuovo panorama produttivo con realtà creative più contenute ma sempre caratterizzate dalla qualità e dall’originalità del prodotto.
Sfogliando il volume riccamente illustrato, è difficile sottrarsi al fascino delle immagini che spingono ad uno zapping fra un capitolo e l’altro, fra un decennio e l’altro. Seducono i satoir con perle di vetro millefiori, i bracciali in vetro murrino, le spille di materiali vari (ottone dorato, bachelite, paglia, metallo bianco, strass, materiale plastico, resina ecc.), i collier in filo armonico o multifilo con perle e pendenti in cristalli di vetro, i collettini di rete di conterie; incuriosiscono i collier-serpente in acetato, vernice oro, strass; sorprendono le collane di plexiglas e strass o in metallo dorato, i bracciali in pvc o resina, gli orecchini di plastica, i gemelli da polsino e molto altro ancora. Chi ha potuto visitare la mostra Indossare la bellezza. La grande bigiotteria italiana - curata sempre da Bianca Cappello (Catalogo edito da Sillabe) e allestita sino alla metà di giugno al Museo del Bijou di Casalmaggiore - ha avuto il privilegio di potere ammirare questi esemplari “dal vero”: una selezione di 300 pezzi provenienti da prestigiose collezioni private, enti pubblici, archivi e musei.
Il volume è completato, inoltre, da un accurato apparato documentario che ne costituisce un valore aggiunto. Particolarmente interessante la dettagliata appendice dedicata ai produttori e designer italiani: uno studio ragionato sulle varie imprese italiane che - tramandando spesso l’attività per generazioni - sono state e continuano ad essere ambasciatrici del Made in Italy nel mondo.
In questo viaggio esaustivo ed appassionante ognuno potrà rimpiangere le proprie bigiotterie perdute, non solo frivolezze effimere ma - di fatto - documenti di storia del costume e della società italiana di quegli anni.
E così - nella consapevolezza del tanto tempo passato e con tanta bellezza negli occhi - di pagina in pagina si giunge al termine del volume con un sottile spleen, con una impalpabile nostalgia…
Bianca Cappello
storica e critica del gioiello, docente, coordinatore e curatore di conferenze e seminari sulla Storia del gioiello e della bigiotteria, autrice di importanti pubblicazioni sul tema. Cura mostre sul gioiello e sulla bigiotteria ed è consulente di collezioni museali.
Titolo Storia della bigiotteria italiana
Autore Bianca Cappello; presentazione di Stefano Papi, introduzione di Doretta Davanzo Poli
Editore: Skira - Edizione bilingue (italiano-inglese)
Anno: 2016
Misure: 24 x 28 cm, 160 pagine, copertina rigida
illustrazioni: 152 col. e 32 b/n
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