Mi chiamo Silvia Zoppellari, sono nata a Roma, dove risiedo, e ho 28 anni. Dopo il liceo, ho studiato marketing e comunicazione della moda prima presso l’Università “La Sapienza” di Roma e successivamente a Parigi, città nella quale ho frequentato un master di specializzazione in beni di lusso. Terminati gli studi, ho avuto l’occasione e il privilegio di lavorare presso importanti case di moda francesi e italiane, tra le quali Valentino.
Sono da sempre appassionata al design in generale e all’architettura e questa era la strada che avrei desiderato seguire prima di scegliere il percorso di studi che alla fine ho intrapreso. Inizialmente non ero così convinta di avviare un’attività individuale, un po’ perché non ero certa di avere tutte le carte in regola per lanciarmi in un progetto professionale così complesso, un po’ per timore che i prodotti che avevo in mente di realizzare non avrebbero incontrato il necessario interesse del pubblico. A vincere le mie incertezze, oltre al mio bisogno di realizzazione, hanno contribuito soprattutto gli amici e un certo numero di sconosciuti estimatori, che rimanevano piacevolmente colpiti dalle mie creazioni e alla fine mi hanno spinto a lanciarmi, quasi due anni or sono, in questa impegnativa “avventura” che è poi divenuto il mio lavoro.
Quali sono i materiali che previlegi e perché?
Nel progetto di Pyla, che è nome che ho scelto per il brand delle mie creazioni, ho adottato quale criterio portante la valorizzazione dello stile rispetto alla materia. I materiali che fin dall’inizio ho impiegato desideravo pertanto che fossero semplici e “poveri” appunto per valorizzare la forma, affinché la qualità del design si imponesse sulla sostanza e sul valore intrinseco dell’oggetto. Per il momento utilizziamo tre materiali di base (alluminio, rame e plexiglass), combinati opportunamente per conferire agli oggetti armonia nelle linee ed essenzialità alle forme. Tra questi, il mio preferito è senz’altro l’alluminio, sia per la sua facilità di lavorazione e la sua “duttilità” nel prestarsi a molteplici combinazioni di forma, sia perché è stato il primo materiale che ho utilizzato e imparato a conoscere.
Da cosa trai ispirazione per le tue collezioni?
I punti di riferimento nell’ideare le mie creazioni derivano soprattutto dal mondo dell’architettura, dall’arte figurativa e dalla moda. Ritengo che siano ambiti dell’ingegno nei quali l’uomo ha saputo esprimersi ai massimi livelli. Alvar Aalto nel campo dell’architettura, Lucio Fontana nell’arte e Sonia Delaunay nel mondo della moda hanno stimolato in particolare la mia creatività e mi hanno aiutato a focalizzare l’estetica del mio brand.
La forma è l’essenza che anima lo stile di Pyla. Un gioiello che basa tutto sul suo design e che non deve nulla alla sua preziosità costruttiva, o al valore di una pietra, è tutto ciò che mi interessa.
Il fatto di affidare allo stile e non alla materia il compito di generare e trasferire emozioni è un concetto che ritengo senza tempo e libero dalle dipendenze economiche che regolano il mondo dei metalli preziosi. Per questo motivo le mie creazioni devono prima di tutto entrare nell’animo di chi le sceglie e completarne in qualche modo la personalità.
La donna ideale alla quale mi rivolgo è forte, determinata, attenta ai dettagli e libera dal concetto tradizionale del gioiello “prezioso”. E’ una donna che mira all’essenza delle cose e non alla loro sostanza, all’ “essere” e non all’ “avere”, per dirla con Fromm. E’ un ideale di persona che si va imponendo nella nostra civiltà di pari passo con l’affermazione della donna nella società.
A mio parere l’utilizzo di un gioiello in contesti differenti può essere affrontato attraverso opportune scelte dei colori e l’adozione di linee che non interferiscono con lo stile dell’abbigliamento. In altri termini, l’individuazione di forme e materiali che “rompono” con lo stile dell’abito può rappresentare una soluzione sempre attuale e adottabile per ogni occasione.
Sperimentazione è per me sinonimo di scoperta di forme nuove e di nuovi modelli, di combinazioni innovative tra linee e materiali. E’ lo stimolo all’approfondimento di quello che ancora non conosco della mia fantasia, ha il significato di un “girare pagina” e andare oltre a ciò che finora ho realizzato.
Sono stata selezionata per partecipare a MarteLive circa due anni fa. Il progetto mi ha subito elettrizzata e sono stata ben felice di partecipare non solo alle esposizioni, ma anche al concorso. E’ stata un’ottima vetrina quanto a visibilità e sono stata piacevolmente stupita anche dal consenso raccolto, che mi ha lasciato davvero soddisfatta dell’evento.
A breve lanceremo la seconda collezione estiva di Pyla (qualche foto la potete trovare nelle immagini allegate), fortemente innovativa nel design e nella scelta dei colori. Ho voluto che fosse semplice ed essenziale (come i valori-chiave del brand), ma anche fresca e giovane e adatta all’estate. L’uso di colori accesi, di linee geometriche che trovo divertenti e il ritorno all’utilizzo del plexiglas sono gli elementi che dovrebbero portarti già nel clima estivo e riempirti della sua gioia di vivere.
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