Artigiana eclettica incline alla sperimentazione di materiali diversi, Roberta Giosi, tra i finalisti per la sezione artigianato della Biennale MarteLive 2018-2019 è stata scelta da Golconda Arte per il premio regionale proprio per la capacità di integrare saperi e abilità nelle sue creazioni. Per scoprire come lavora, dedichiamo anche a lei un’intervista.
Ciao Roberta, dall’intreccio dei cesti di vimini all’oreficeria. Ci racconti che formazione hai e come nasce la tua passione per le attività manuali e come sei approdata all’oreficeria?
L'oreficeria è sempre stata la mia passione sin dai tempi dell'adolescenza, purtroppo, essendo indecisa, alle superiori scelsi la scuola professionale di stilista di moda. Lì cominciai ad interessarmi all'intreccio come tecnica base per la creazione di accessori, abbigliamento, e tutto ciò che ruotava intorno a questo mondo meraviglioso. Dopo aver frequentato due corsi regionali sulle varie tecniche di intreccio, ne feci una ragione di vita lavorando tra Roma e il Friuli Venezia Giulia.
Ma come si dice...il primo amore non si scorda mai, e dopo aver seguito un corso di cesellatura cominciai a riavvicinarmi al mondo dei metalli contaminando le varie tecniche di intreccio.
Dopo aver affrontato altri due corsi di micromodellazione in cera sono riuscita finalmente a imboccare quella strada che avrei voluto intraprendere tanti anni fa e che mi ha portato ad essere quella che sono oggi: una designer di gioielli.
La modellazione a cera persa è una tecnica complessa ma che sembra rispondere alla tua esigenza di conciliare la durezza del metallo con le armoniche forme naturali. È per questo che hai scelto questa tecnica?
Direi esattamente di si, questa particolare tecnica di modellazione è riuscita a conciliare tante idee e progetti che avevo in mente da anni, ispirandomi alla natura e creando gioielli prendendo spunto da essa.
La tua ricerca formale nasce dall’osservazione diretta della natura o da altre suggestioni?
La mia ricerca nasce da tutto quello che mi circonda e vuol essere un omaggio alla perfezione della natura e alla purezza e bellezza della donna a cui ho voluto dedicare una linea di gioielli.
Ci spiegheresti meglio come nascono i tuoi oggetti, è un lavoro studiato? Progettato? O più emotivo e immediato?
Direi entrambe le cose, ho realizzato gioielli dopo averli prima immaginati nella mia mente e successivamente progettati e realizzati, ma ho creato anche gioielli nati emotivamente da un semplice disegno di mia figlia.
Tratti spesso le superfici anche di oggetti di dimensioni importanti con tessiture leggere, venature o trafori, è il desiderio di renderli più leggeri? Il modo per mettere in relazione con il corpo e con l’ambiente o cos’altro?
Ho realizzato in passato tessiture leggere di importanti dimensioni, per il futuro vorrei abbinare una tessitura al gioiello, in modo da unire le mie due passioni.
Anche le pietre e il loro colori hanno riferimenti simbolici o mitologici, come il rosso del melograno e il bianco della perla, quali altre pietre ami e come le scegli?
Sono molto attratta dalla Labradorite sia per la sua bellezza sia per l'effetto che produce su di essa la rifrazione della luce che viene appunto chiamata labradorescenza, secondo gli antichi sciamani questa pietra aiutava ad entrare in contatto con gli spiriti della natura. Mi piace molto anche l'Onice nero per la sua eleganza, le Agate per i loro colori, e le Corniole che venivano usate nell'antica Roma per la creazione di gioielli. Per quanto riguarda la scelta della pietra, credo che sia il gioiello a sceglierla.
Attribuisci ai tuoi gioielli titoli evocativi talvolta anche di ascendenza mitologica, quasi come se poi i miti tornassero a vivere negli oggetti estendendo il loro “senso” a chi lo indossa. Quanto è importante per te la narrazione?
La narrazione è importantissima perché aiuta chi guarda a capire la storia e a cosa si ispira un determinato oggetto, un modo di viverlo indossandolo, ed è un modo per me per dare vita ad una storia letta o raccontata.
Hai collaborato con altri creativi nel tempo? È un modo per sperimentarti, cosa aggiunge questa esperienza al tuo lavoro?
La collaborazione è sempre stimolante, perchè sia nella diversità che nell'essere simili unisce due modi di pensare molto diversi tra loro, e l'oggetto che ne viene fuori quasi sempre offre un risultato inatteso.
Hai partecipato con successo alla Biennale MarteLive nella sezione Artigianato, come hai vissuto questa esperienza e cosa ti aspetti ancora?
La Biennale è stata una bellissima esperienza con un risultato inaspettato, che l'ha resa ancora più gratificante. Nell'immediato futuro, spero di crescere professionalmente come artigiana in questo settore coronando il sogno di sempre.
Grazie Roberta per averci raccontato di te e del tuo lavoro.
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