periodo: 08/12/2017 - 15/04/2018
curatore: Cecilie Hollberg
presso: Gallerie dell'Accademia
I pregiati tessuti fiorentini e la stretta relazione con l’arte e con la vita economica della città sono raccontati nella mostra "Tessuto e ricchezza a Firenze nel Trecento. Lana, seta, pittura", che resterà aperta a Firenze fino al 15 aprile, presso la Galleria dell’Accademia.
L’esposizione, a cura di Cecilie Hollberg, Direttrice della Galleria, mette in luce come la produzione e il commercio di tessuti in lana e seta, siano stati non solo indice di una grande capacità manifatturiera della città, ma fonte di ricchezza economica e culturale, in un clima di innovazione e scambio con numerosi paesi in tutte le rotte commerciali più importanti dal Medio Oriente all'Asia, dalla Spagna alla corte del sacro romano impero di Praga, dalla Sicilia fino al mar Baltico.
La produzione di stoffe che con le sue botteghe diffuse nel territorio ha modificato persino il paesaggio urbano di Firenze, è un attività che ha prodotto anche profondi cambiamenti nella vita sociale e importanti novità in campo artistico, ispirando primi tra tutti i pittori.
Non solo lusso, dunque, che si diffonde come imperativo presso i ceti più abbienti a partire dal 1348, dopo la grande epidemia di Peste e che testimonia un desiderio di rinascita dal grande periodo oscuro, ma anche disponibilità economica che si riflette nelle grandi commissioni, di chiese e opere d’arte per la città, da parte di una classe imprenditoriale colta e raffinata e in particolare delle grandi corporazioni del settore, della Lana e della Seta, l’Arte di Calimala e di Por Santa Maria, divenute potenti anche politicamente.
La mostra ripercorre queste vicende attraverso testimonianze materiali tra cui documenti commerciali, codici miniati, abiti, stoffe preziose difficili da reperire e provenienti da prestatori eccellenti e dipinti che raccontano come la ricchezza generata fosse documentata e riprodotta dagli artisti nelle opere di pregiata fattura esposte in occasione della mostra.
Tra questi ultimi, solo per citare alcuni esempi: Il Battesimo di Cristo di Giovanni Baronzio, proveniente dalla National Gallery di Washington e l’Incoronazione della Vergine e quattro angeli di Gherardo di Jacopo, detto Starnina, proveniente dalla Galleria Nazionale di Parma.
Le sezioni della mostra
Organizzato cronologicamente il percorso è diviso in diverse sezioni che ci aiutano a comprendere, stile, motivi, contaminazioni, novità, e aspetti sociali legati alla diffusione di queste preziose creazioni.
Geometrie mediterranee, Lusso dall’Asia, Creature alate, Invenzioni pittoriche, Lusso proibito, i Velluti di seta
Un abito per bambina in lana metà del XIV proveniente dal National Museum di Copenhagen, recuperato dagli archeologi in Groenlandia apre idealmente il percorso.
Eleganti e semplici Geometrie mediterranee rimandano al mondo musulmano e bizantino, come si evince anche dal Crocifisso del tardo Duecento, appartenente alla Galleria dell’Accademia e recentemente restaurato, in cui si ritrova “un raffinato motivo decorativo del tabellone centrale” che evoca “la ricchezza delle stoffe islamiche più antiche, riscontrabili in alcuni tessuti presenti in Spagna alla metà del Trecento”.
Stoffe e oggetti con piccoli motivi vegetali e uccelli su fondo oro sono testimonianza del lusso e della decorazione orientale dell’area mongola dell’Asia.
Mentre i manufatti in cui si possono ammirare Creature alate sono il risultato dei contatti con la Cina, come ci svelano frammenti di tessuti con fenici e foglie di vite o con uccelli fantastici in volo tra tralci ondulati.
Non mancano tuttavia significativi esempi di Invenzioni pittoriche, in cui le sete pregiate lavorate da tessitori altamente qualificati, sono istoriate con immagini originali, frutto dell’elaborazione creativa di motivi differenti da parte di artisti e di artigiani. Creazioni in cui si vedono pappagalli e pistrici, grifi e draghi, medaglioni a mandorle con piccoli volatili o teorie orizzontali di cani passanti.
Di particolare interesse storico sociale anche la sezione dedicata al Lusso proibito che si ispira “al registro che dal 1343 al 1345 annovera le vesti proibite elencate nella cosiddetta Prammatica delle vesti”. In questa sezione il Pourpoint di Charles de Blois: un corpetto di seta e oro, proveniente dal Musée des Tissus di Lione, che la tradizione vuole fosse stato indossato proprio da Charles de Châtillon, conte di Blois quando, fu ucciso durante la guerra dei Cento anni.
Infine, un affascinante anticipo degli esiti della moda del secolo seguente è documentato nella sezione i Velluti di seta, periodo in cui il gusto va trasformandosi, le forme si allargano e si appesantiscono, di cui è uno splendido esempio il Piviale del Museo Nazionale del Bargello.
Una mostra che non si può considerare conclusa senza aver prima visitato anche le collezioni della Galleria in cui si ritrovano numerosissimi esempi di prittura del Trecento, in cui continua lo sfoggio di tessuti preziosi, e soprattutto senza aver visto lo straordinario Paliotto, in tela di Lino ricamato in seta argento e oro filato, con l'Incoronazione della Vergine firmato da Jacopo di Cambio nel 1336.
indirizzoVia Ricasoli, 58/60, 50122 Firenze FI
telefono
055294883
web
http://www.galleriaaccademiafirenze.beniculturali.it/tessuto-ricchezza-firenze-trecento/mostra/
orari
Dal martedi alla domenica dalle 8.15 alle 18.50 Chiusura: tutti i lunedì, 1° gennaio, 1° maggio, 25 dicembre
accesso per i disabili
si
biglietti
Biglietto intero: € 8,00 Biglietto ridotto: € 4,00 (per le m ostre il prezzo può essere maggiorato)
catalogo
Giunti editore
patrocini
Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, Galleria dell’Accademia di Firenze
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