Artista e graphic designer Francesco Melone ama da sempre oggetti d’arte insoliti, che realizza a partire dalla fine degli anni ’80. In questo periodo inizia a lavorare sui temi del riciclo con spirito pioneristico. Attratto dalla costruzione e dalla proiezione tridimensionale nei suoi progetti, proietta la ricerca artistica anche sull’oggetto d’uso.
È interessato alla scoperta delle potenzialità espressive di materiali alternativi che dapprima utilizza per le sue opere e poi manipola per creare sculture da indossare o oggetti d’arredo, specchi, vasi, librerie.
Le sue creazioni, realizzate con scarti di materiali industriale, come la gomma e materiali di recupero, tra cui la carta di vecchie riviste e fumetti d’epoca, sono una sorta di ibridazione tra oggetto d’uso e la scultura.
Si tratta di oggetti originali in cui il design e la ricerca formale si sposano con l’interesse dell’artista per la ricollocazione, anche simbolica, dell’oggetto che, pur mantenendo una sua funzione, entra a far parte di una dichiarata dimensione artistica. Non si tratta di una pura operazione estetica quanto di una aggiunta di senso, come avviene ad esempio nella serie “L’altra metà”. Si tratta di vasi realizzati con découpage e specchio in plexiglas. Le forme, interrotte a metà da una cesura netta, continuano virtualmente nel riflesso dello specchio sagomato con andamenti irregolari d’impronta surrealista. Questi vasi scultura, privati della loro metà, e posti su una superficie specchiante dalla forma sempre diversa, perdono la loro fisionomia originale ed entrano a far parte dell’ambiente: possono essere appesi al muro, ma si sostengono anche autonomamente come un normale vaso. L’idea, mutuata dall’ammirazione per un grande artista come Michelangelo Pistoletto, è quella di provocare un’interazione con il fruitore inducendolo a ricostruire la parte mancante, ma anche semplicemente a riflettersi in una piccola porzione di specchio mentre si aggira per la stanza. L’interazione crea un flusso di pensiero che dalla forma iniziale, si perde nel dettaglio del découpage, realizzato con fumetti originali degli anni ’60, attivando ricordi e stati d’animo, per poi perdersi nuovamente in un flusso di pensieri.
Anche la sedia di Ikea del progetto “RIKEA”, dal design pulito e lineare, si presta bene ad essere reinterpetata in chiave contemporanea, assumendo una funzione inedita, quella di una libreria-attaccapanni.
Rivestita con pagine di fotoromanzi originali o di fumetti, è sospesa, come sospeso è il suo senso:strizza l’occhio all’arte contemporanea e all’oggetto trovato, creando anche in questo caso un cortocircuito in chi guarda: è una sedia? è arte? è una libreria o un attaccapanni? Le creazioni di Francesco Melone sono state esposte in occasione di mostre come “La Provincia delle meraviglie” e di fiere come “Casaidea” e vendute presso alcuni showroom di design.
10/10/2017
Storica dell’arte e curatrice indipendente si è laureata in Storia dell’Arte Moderna all’Università “La Sapienza di Roma. Ha frequentato un corso di Perfezionamento in Museografia presso il [...]