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La natura si fa gioiello, il brand "Chi semina raccoglie" di Ambra & Debora Mediati 10/01/2020 - Elena Paloscia

Sono 100% naturali  i gioielli del brand "Chi semina raccoglie" di Ambra e Debora Mediati cui abbiamo assegnato il premio speciale Golconda Arte  per la sezione artigianato per l'edizione 2019 della Biennale MarteLive.

Realizzati interamente con semi essiccati, ghiande e altri materiali naturali compresi cordoncini in sughero e fili in cotone naturale, i gioielli di Ambra e Debora “sono espressione di una volontà di presentare un ornamento che sia in armonia con il corpo e con la natura”.
Aromatici e coinvolgenti nei colori e nelle forme ci riconducono ad un mondo con cui abbiamo perso il contatto.

Alle creatrici del brand è dedicata quest’intervista per conoscerle meglio.

Ci raccontate chi siete e come è nata l’idea di questo brand? Perché proprio i semi, hanno un particolare significato?

Ci chiamiamo Ambra e Debora Mediati, siamo due sorelle molto unite, cresciute a Castelbuono e sin da piccole abbiamo vissuto un rapporto diretto con la natura, i boschi e le campagne.  Le lunghe passeggiate in natura ad osservare i meravigliosi paesaggi, il piacere di costruire con le proprie mani qualcosa di unico, sono sempre state le nostre più intime e comuni passioni.
Abbiamo entrambe frequentato l'università, studiando in ambiti differenti.  Ambra ha frequentato il corso accademico di Decorazione all'Accademia di belle arti di Palermo, mentre Debora ha frequentato gli studi in Scienze della pianificazione territoriale, urbanistica e ambientale.
Quando abbiamo iniziato a creare gioielli insieme, eravamo ancora studentesse universitarie e tra impegni, esami, libri e scadenze, riuscivamo sempre a ritagliare un po' di tempo per creare oggetti e accessori. Inizialmente utilizzavamo materiali differenti come la cartapesta, vecchie cerniere e stoffe. Fin quando abbiamo scoperto il mondo variegato dei materiali naturali. Ed è così che circa quattro anni fa abbiamo definito una linea precisa di gioielli; abbiamo dato un nome e un'identità alle nostre creazioni di semi.
Così è nato, dopo una lunga fase di sperimentazione, il nostro brand Chi semina raccoglie. I semi e tutti i materiali naturali che utilizziamo per le nostre creazioni, sono per noi elementi evocativi, perché sanno di terra, fiori e corteccia e profumano di buono.

Come nasce un gioiello della vostra linea?  Come si decide il design? La destinazione finale di un seme o di un altro elemento naturale quando lo si guarda come capite cosa diventerà? 

La nascita di un gioiello inizia da principio con la raccolta, spesso andiamo insieme e raccogliere i materiali e passo dopo passo e seme dopo seme, iniziamo ad immaginare in modo diverso, quello che diventeranno lasciandoci ispirare con naturalezza dai colori e dalle forme casuali che la natura ci offre. A casa il nostro raccolto viene selezionato e lasciato ad essiccare. Quando è tutto pronto andiamo in laboratorio e dopo qualche bozzetto iniziamo ad incastonare forme, ad abbinare colori e a plasmare la materia. È un processo molto spontaneo e indefinibile e i risultati sono sempre variegati e differenti.
Da gioielli minimal ed essenziali a gioielli più complessi, dalle forme geometriche a forme sinuose, i risultati sono sempre imprevedibili e mutevoli. Ascoltando della buona musica o la radio trasformiamo quelle gemme trovate in natura in gioielli semi preziosi.

La sostenibilità oggi e un must che non è possibile ignorare, come reperite i materiali? e quale messaggio volete lasciare con i vostri gioielli?

Alcuni materiali che utilizziamo sono raccolti direttamente in natura durante le nostre passeggiate, mentre altri materiali sono recuperati dagli scarti alimentari come ad esempio la scorza d'arancia e i noccioli di albicocca. Sono materiali autentici, che possono diventare con un po' di originalità qualcos'altro... possono diventare gioielli Made in Nature. Indossare un gioiello ecologico significa indossare un accessorio capace di unire etica ed estetica; significa recuperare il legame con la natura; significa prendere in prestito un materiale dalla natura, un seme, un frammento di legno o una ghianda per poi restituirlo alla normale ciclicità.  Oggi siamo sempre più consapevoli delle problematiche ambientali e l’atteggiamento individuale di ciascuno di noi, può incidere molto sul futuro del pianeta. Per tale motivo attraverso l'arte del fare vogliamo promuovere l'utilizzo di materiali green  a favore dell'ambiente, perché anche l'artigianato può dare il suo contributo positivo. Per questo siamo state inserite nell'incubatore Ficus. Un giovane progetto, che unisce in rete tante piccole realtà artigianali e non, che sposano le iniziative a favore dell'ambiente e che adottano i principi dell'economia circolare.

Raccontate che la collana Mimesi è ispirata alle popolazioni Etiopi della Valle dell'Omo, nell'Africa Orientale i Surma e i Mursi utilizzano stravaganti accessori presi in prestito dalla natura, come frutti, fiori, rami, bacche e pigmenti, realizzati con sabbia, cenere e terra, per impreziosire e dipingere il proprio corpo. In che modo pensate che questa realtà possa essere trasferita ad un mondo tecnologicamente evoluto che ha perso questo legame con la natura, quali sono cioè le leve su cui lavorate per rendere attraenti le vostre creazioni.

Ciò che rende attraenti le nostre creazioni è il materiale con il quale sono realizzate. Oltre al gusto estetico del gioiello che curiamo nei minimi dettagli, sono oggetti prodotti con materiali che esistono sotto i nostri occhi. Questo secondo noi è il punto focale che contraddistingue le nostre creazioni. Non a caso ci siamo ispirate per realizzare Mimesi, alle popolazioni della Valle dell'Omo.  Oggi siamo abituati a vestire di 70% di acrilico e dal 30% di cotone e gran parte degli oggetti che circondano la nostra quotidianità è fatto di plastica. Oggi è necessario ricominciare da zero, correggere gli errori e osservare il mondo con occhi nuovi, e noi lo facciamo con la creatività.

Che genere  di donne sceglie di indossare i vostri gioielli?

Il pubblico femminile che sceglie i nostri gioielli, è un pubblico molto variegato, amante della natura e sensibile al mondo eco-friendley. Ci sono clienti che individuano, nei nostri gioielli, un regalo sorprendente capace di innescare stupore, ci sono donne che vogliono indossare un gioiello esclusivo. Ci sono donne che vogliono un ricordo da indossare.  Chi sceglie i nostri gioielli è sempre un pubblico attento e curioso alle novità.

Lavorate solo su vostra ideazione o capita che realizziate anche oggetti su disegno delle clienti?

Solitamente realizziamo accessori di nostra ideazione, ma spesso e volentieri realizziamo gioielli anche su commissione. Ogni volta è sempre una sfida complessa, soddisfare e concretizzare le idee dei committenti in un gioiello.  È un aspetto molto stimolante perché interagisci con i desideri e con le idee di un'altra persona. E i risultati sono una novità anche per noi.

A quali procedimenti tecnici sottoponete i materiali naturali per renderli meno deperibili?

Principalmente l'essiccazione è un procedimento inevitabilmente fondamentale per rendere i materiali naturali meno deperibili. Molti elementi, che compongono le nostre creazioni, sono semi gusci legnosi e non necessitano di particolari trattamenti.

Quali altri accessori realizzate?

Realizziamo parure, collane per lei e per lui, braccialetti unisex, anelli, orecchini a pendolo e a bottoncino. Ma a breve ci saranno anche altre novità Made in Nature.

Come sono accolti nel mercato attuale questi gioielli e che canali di vendita utilizzate?

Per quanto riguarda la vendita dei prodotti, abbiamo ricevuto un riscontro positivo. Recentemente ci stiamo muovendo anche sul mercato on-line con la nostra vetrina su piattaforma di e-commerce. Significativo è stato anche il riscontro avuto con i social che ci hanno dato la possibilità di entrare in contatto con i nostri clienti anche a chilometri di distanza. Ovviamente ci lasciamo sempre spazio per andare in giro con il nostro banchetto a fiere o eventi sempre con l’attenzione alta alla sostenibilità.

L’esperienza Martelive,  quali erano le vostre aspettative  e che tipo di accoglienza avete avuto come finaliste?

L'esperienza di Martelive è stata una vera sorpresa perché non immaginavamo di arrivare tra i finalisti con il nostro gioiello Mimesi. È stata un'occasione molto positiva perché abbiamo conosciuto anche altri artigiani e presentato alle persone, che si incuriosivano davanti il nostro banchetto, il nostro brand. La visibilità dopo Martelive non l'abbiamo quantificata ma siamo sicure che se i nostri gioielli sono piaciuti, forse qualcuno si ricorderà di Chi semina raccoglie al Martelive.  Ci ricorderemo di un'atmosfera stimolante soprattutto ricca di arte, nelle sue molteplici forme ed espressioni e questo, non può che essere nutrimento sano per chi con l'arte ci lavora.

web
http://www.chiseminaraccoglie.it/gioielli/

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Elena Paloscia
10/10/2017
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