periodo: 29/09/2017 - 28/01/2018
curatore: Wei Jun
presso: Museo Nazionale del Palazzo di Venezia – Sale Quattrocentesche
Resterà aperta fino al 28 gennaio l’esposizione "Oriente incontra Occidente. La Via della Seta Marittima dal XIII al XVII", secolo allestita presso le sale quattrocentesche al piano terra del Museo Nazionale del Palazzo di Venezia a Roma.
Tutti conoscono il fascino storico e paesaggistico della famosa “Via della Seta”, che si presenta come l’arteria più antica e storicamente più importante, estesa, per più di ottomila chilometri attraverso Europa, Medio Oriente e Asia centrale, nota grazie alle imprese, ai viaggi e alle narrazioni di Marco Polo e del suo Il Milione, ma è ora provata anche l’esistenza di una “Via della Seta Marittima”, il cui importante ruolo storico e socio-culturale è oggetto di questa interessante esposizione.
La mostra, curata da Wei Jun, Direttore del Museo Provinciale del Guangdong, è promossa dal Museo del Guangdong e dal Museo Nazionale del Palazzo di Venezia di Roma, con la collaborazione dell’Istituto di Archeologia e Beni Culturali del Guangdong.
La mostra di Palazzo Venezia presenta oltre 100 oggetti del periodo compreso tra la dinastia Song (960–1279) fino alla tarda epoca Ming (1368 – 1644).
Così le opere selezionate provenienti dal Museo del Guangdong, che si trova a Guangzhou – la città più grande del sud della Cina, offrono al grande pubblico la possibilità di scoprire e ammirare la produzione artistica e storico-sociale, legata alla “Via della Seta Marittima”.
Grazie ad approfonditi scavi e studi archeologici gli studiosi hanno compreso il profondo valore culturale di quella che è stata definita appunto come la “Via della Seta Marittima”, quale rotta che non fu soltanto puramente commerciale, ma anche occasione di scambi culturali e di contaminazione tra le religioni.
Attraverso il traffico di merci, le nazioni e i popoli si sono scambiati idee, conoscenze tecniche e filosofiche e culti religiosi, innestando così le basi di un proficuo sviluppo culturale capace di percorrere i secoli e segnare positivamente anche le successive società moderne.
Si possono vedere le belle porcellane che sono il prodotto principale dei commerci tenuti da Zheng He, non solo gradevoli alla vista, ma anche molto funzionali ed apprezzate in tutti i paesi asiatici e africani.
Tra queste le più ammirate erano le porcellane “bianche e blu” seguite dalle porcellane in celadon prodotte dalle fornaci di Longquan nel Zhejiang e di Fujian. Nello Ying Ya Sheng Lan (Indagine Globale delle Coste Oceaniche), nel parlare di Giava, si dice che ciò che i locali amavano di più erano le porcellane di tipo “bianco e blu”.
Molti tra gli oggetti in mostra provengono dagli scavi condotti sui porti in cui Zheng He giunse, durante i quali sono stati recuperati non pochi manufatti e frammenti di porcellane.
Le quattro sezioni tematiche: la Via della Seta, la Via delle Spezie e delle Porcellane, la Via delle Religioni e la Via delle Culture, presentano preziosi manufatti antichi, tra cui appunto porcellane, gioielli, sete, pitture, oggetti di uso comune in pietra intagliata, metallo o legno, testimonianza della vitalità delle attività commerciali e degli scambi culturali e tecnologici.
Tra i reperti più significativi si segnalano "la Caraffa in argento con manico a forma di dragone (XIX sec.) recante scene tratte dall’Opera tradizionale cinese; la Statua in porcellana di Guanyin Bodhisattva (dinastia Ming, 1368 - 1644 d.C.) proveniente dalla fornace di Dehua - un sito dedicato principalmente alla produzione rivolta all’estero - che mostra particolari affinità con l’iconografia mariana del Cristianesimo; la ceramica bianca e blu con la crocifissione di Cristo (dinastia Qing, 1662 – 1722); e ancora il lingotto intagliato prodotto dalla fusione di oro occidentale; o la corona in oro con pietre preziose incastonate ritrovata nella tomba del principe Liangzhuang (dinastia Ming, 1368 - 1644 d.C.) insieme ad altri gioielli prodotti in Occidente.
Alcuni degli oggetti in mostra provengono da antichi relitti, come quello rinvenuto nel sito del naufragio del Nanhai I in epoca Song (960 – 1279 d.C.), e quelli del Wanli e Nan’ao della dinastia Ming (1368 – 1644 d.C.)".
L’iniziativa nasce dalla collaborazione tra l’Amministrazione Statale per il patrimonio Culturale della Repubblica Popolare Cinese e il Ministero dei Beni e delle attività Culturali e del Turismo della Repubblica Italiana (MiBACT), nell’ambito del Memorandum d’Intesa sul Partenariato per la Promozione del Patrimonio Culturale siglato il 7 ottobre 2010 dai Ministri della Cultura della Cina e dell’Italia. L’accordo prevede infatti lo scambio di spazi museali dedicati alle rispettive culture, per promuovere più ampia e approfondita “conoscenza e comprensione tra i due popoli”.
Reciprocità: arte italiana in Cina
Ricordiamo come il primo significativo modello italiano di musealizzazione fuori dai confini nazionali, corrisponde al luogo espositivo concesso alla ex Direzione Generale per la valorizzazione del patrimonio culturale, oggi Direzione generale Musei, dalla State Administration of Cultural Heritage della Repubblica Popolare Cinese all’interno del Museo Nazionale della Cina, su Piazza Tiananmen, a Pechino, dove il nostro Paese ha presentato le mostre: “Rinascimento a Firenze. Capolavori e protagonisti” nel 2012, “Roma. Seicento verso il Barocco” nel 2014, “Gloria di Luce e colore. Quattro secoli di pittura a Venezia” nel 2016; “Serie Fuori Serie”e nel 2017, sulla storia del design italiano.
Il valore culturale dello scambio
Da segnalare, infine, come proprio attraverso la progettazione e lo scambio culturale asse portante delle relazioni dello stato cinese con il resto del mondo lo stesso presidente cinese Xi Jinping abbia reso note proprio “due iniziative di cooperazione internazionale a più livelli dedicate alle direttrici terrestri della "zona economica della Via della Seta" e la "Via della Seta Marittima del XXI secolo", progetti anche unitamente denominati "una cintura, una via" (in inglese One Belt, One Road)”. Clima di collaborazione cui l’Italia aderisce come protagonista sostenendo e attivando iniziative culturali volte a valorizzare la produzione culturale cinese.
indirizzoPiazza di S. Marco, 49, 00186 Roma RM
telefono
39.6780131
web
http://www.orienteincontraoccidente.it/
orari
dal martedì alla domenica, dalle ore 08.30 alle 19.30 la biglietteria chiude un’ora prima chiusura il lunedì, il 1° gennaio, il 1° maggio e il 25 dicembre, salvo aperture straordinarie disposte dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo che saranno rese note sul sito
biglietti
Intero: € 4 Ridotto: € 2 * cittadini dell'UE minori di 18 anni, scolaresche e insegnanti accompagnatori, studenti e docenti di Architettura, Lettere (indirizzo archeologico o storico-artistico), Conservazione dei Beni Culturali e Scienze della Formazione, Accademie di Belle Arti, dipendenti del MiBACT, membri ICOM, guide ed interpreti turistici in servizio, giornalisti con tesserino dell'ordine, gruppi scolastici con accompagnatore, previa prenotazione, portatori di handicap con accompagnatore. NOTA: Il titolo di ingresso alla mostra è separato dal titolo di ingresso al Museo di Palazzo Venezia.
ufficio stampa
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