L’ebanista è l’artista che si dedica alla realizzazione dell’intarsio ligneo che consiste nell’assemblaggio con funzione decorativa di legni pregiati come l’ebano da cui trae il nome.
Maestri artigiani esperti di intarsi lignei sono stati attivi sin dall’antichità, purtroppo a causa della deperibilità del materiale le tracce più antiche dei manufatti frutto di questo mestiere sono perdute.
Oltre all’ebano gli artigiani utilizzavano anche il legno di bosso e di tasso cui abbinavano avorio, osso o pietre dure creando disegni geometrici o figurati.
Nel Medioevo, in occidente, i Frati dell’ordine di San Bruno o Certosini, si dedicavano all’intarsio alla certosina utilizzando legni di frutto, osso, avorio e madreperla, con tasselli poligonali piccolissimi fissati con il mastice su una superficie di legno di noce.
In Italia settentrionale, la bottega degli Embriachi, attiva a Firenze e a Venezia estese l’uso di questa tecnica a suppellettili di grande dimensione tra il XIV e il XV (Palazzo Davanzati, Firenze, Castello Sforzesco, Milano, Museo Civico, Vercelli).
L’arte di decorare mobili e pareti solo con il legno nasce nel Trecento in Europa dal desiderio di lasciare al naturale le superfici senza dipingerle né utilizzare gli stucchi.
Particolarmente abili erano gli artigiani che utilizzavano la tecnica della tarsia a secco disponendo entro un telaio tasselli piuttosto spessi che dovevano combaciare perfettamente senza l’uso dello stucco.
Negli anni gli artigiani inventarono la tecnica a toppo che consiste nell’unione di varie tipologie di legno che poi veniva tagliato in sezione. Così si ottenevano una sorta di “rosoni o stelle stilizzate” che poi venivano inserite nei riquadri dei mobili come decorazioni
Contestualmente a questo genere di decorazioni geometriche i maestri intagliatori si dedicarono alla creazione di tarsie pittoriche o prospettiche che decoravano non solo mobili ma anche stalli di cori, porte o di intere pareti. Per realizzare queste opere era necessario creare un cartone e successivamente ricavare dei ritagli con le sagome delle singole parti del disegno.
Tra i maggiori rappresentanti del Rinacimento Fra Giovanni da Verona che realizzò il coro di Monteoliveto a Siena, e che inventò, secondo il Vasari, la bollitura del legno con soluzioni di varie tinte per ottenere gradazioni in grado di rendere le ombre.
Tra gli altri i maestri Veneti Lorenzo e Cristoforo da Lendinara, vicini alla pittura di Piero della Francesca (intarsi del Duomo di Modena)
Il successo della tarsia pittorica, nata a Siena nel Trecento è documentato dal grande numero di botteghe, oltre ottanta, presenti a Firenze verso la metà del 1400. In questo periodo il lavoro prettamente artigianale e quello ideativo ancora coincidono ed il ruolo dell’artigiano in questo settore è di grande prestigio.
Tra gli ebanisti i più noti Antonio Manetti, Giovanni Guidi, Detto lo scheggia, Fratello di Masaccio, Giuliano detto il Francione e Baccio Pontelli che realizza intorno al 1475 lo studiolo di Federico da Montefeltro nel Palazzo Ducale di Urbino, con un ampio repertorio iconografico e con il contributo di disegni di artisti famosi quali Francesco di Giorgio Martini e Botticelli.
Nel ‘500 il ruolo dell’artigiano creatore in Italia viene meno e gli intagli vengono realizzati su cartoni di artisti famosi tra cui ad esempio, Lorenzo Lotto.
L’autonomia creativa degli artigiani persiste nell’Europa del Nord, in Olanda, a Colonia, ad Augusta ed in Tirolo, dove gli ebanisti godono di grande prestigio. Le maestranze utilizzano disegni elaborati con temi di gusto nordico, quali rovine architettoniche, scene di caccia e motivi originali di derivazione manierista utilizzando numerosi legni colorati e sperimentando anche l’uso di legni esotici.
Nel Seicento Andrè Charles Boulle, al servizio di Luigi XIV diede nuovo vigore alll’uso della tecnica ad incastro introducendo l’uso, al posto del legno, di altri materiali preziosi come madreperla, rame, tartaruga e ottone dorato. Fu la Manifatture Royale des Muebles de la couronne il più importante luogo di produzione in Europa nel XVI secolo.
Nel corso del Settecento gli artigiani si specializzano nell’intarsio a incrostazione, o marqueterie, sfruttando l’ampia disponibilità di legni.
Gaudreau, Charles Cressent, Jean-Pierre Latz, Françoise Oeben e Bernard II van Risenbergh, l'inglese Thomas Chippendale, il tedesco David Roentgen e l'italiano Giuseppe Maggiolini ci hanno lasciato preziose testimonianze tra Settecento e Ottocento di un’arte complessa fortemente legata alla moda e agli stili. La ricerca di effetti cromatici diversi e di nuovi legni si estese in quel periodo anche oltre quanto la natura potesse offrire dando vita a una sperimentazione di effetti sempre nuovi.
Nel Novecento importanti esponenti dell’Art Nouveau si dedicano all’arte dell’intaglio Carlo Bugatti, che si ispira nelle sue creazioni al gusto esotico-moresco tipico dell’epoca o Eugenio Quarti, detto "il principe degli ebanisti". Negli Anni 20 l’ebanista francese Armand Albert Rateau crea mobili riccamente intarsiati. La ricerca formale su nlle nuovepotenzialità che il materiale può esprimere si estende dalla decorazione alla creazione di oggetti unici dal design innovativo ed elegante.
10/10/2017
Storica dell’arte e curatrice indipendente si è laureata in Storia dell’Arte Moderna all’Università “La Sapienza di Roma. Ha frequentato un corso di Perfezionamento in Museografia presso il [...]