INCURSIONI D'ARTE
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Dentro e fuori dal quadro quando l’arte al femminile incontra l’artigianato. Artiste della collezione in mostra al Macro di Roma 04/11/2015 - Elena Paloscia

Si chiama L’altra metà dell’arte. Un percorso al femminile nella Collezione Macro in omaggio al celebre libro di Lea Vergine, una mostra dedicata alle protagoniste dell’arte presenti nelle raccolte del Museo di Arte contemporanea di Roma.
L’esposizione, curata da Antonia Arconti e da Paola Coltellacci, intende valorizzare le opere d’arte prodotte da una selezione di artiste dagli anni sessanta fino ad oggi. Generazioni a confronto e linguaggi diversi che comprendono opere pittoriche, installazioni, video, dialogano tra loro in grande sintonia.
Si tratta di opere di grandi dimensioni, ma non solo, su temi connessi al corpo e all’identità e di grande impatto emozionale, molte delle quali legate da un elemento comune: il “fare artigianale”.
Tra queste segnaliamo le opere di Sissi, Isabella Ducrot, Maria Lai, Alessandra Tesi, Giosetta Fioroni, Nedda Guidi, Elisa Montessori, Amparo Sard, Lia Drei e l Avisk.
I materiali e le tecniche scelte per le loro creazioni dalle artiste in mostra hanno storie millenarie: il cucito, l’intreccio, la produzione tessile, la lavorazione della carta e della terracotta o l’assemblaggio.
Essere presenti con opere di dimensioni notevoli o lasciare il segno con piccoli interventi, questo è lo stato d’animo di chi si muove nel mondo dell’arte con uno spirito nuovo, e differente.
Il tempo, scandito dalla complessità dei lavori, piccoli e grandi che siano, la ripetizione del modulo, un modo del tutto personale di riempire lo spazio, piano o tridimensionale e di reinterpretare materiali e supporti, nonché la propensione ad un lavoro corale o condiviso, tutto fa pensare ad una creatività piena e libera da schemi precostituiti.
Ci sono i lavori in stoffa e carta delle artiste degli anni Sessanta e Settanta come Maria Lai, artista sarda che del filo ha fatto il suo pennello, indagando e narrando anche le storie della sua terra è presente con l’opera Misurare l’infinito del 1987, in cui il filo nero ha disegnato sulla tela chiara, mediante un ricamo un percorso immaginario volto a indagare altre dimensioni suggerite dalla direzione degli inserti geometrici.
Di Elisa Montessori, sono esposti i Rotoli del 1999, un’opera in carta costituita da elementi dipinti o assemblati d’ispirazione orientale, che alludono come in un racconto per immagini alla multiculturalità della Capitale.
Anche il lavoro di Isabella Ducrot, il monumentale telo Li-Jang del 1997, realizzato con assemblaggi in carta e stoffa provenienti da ogni parte del mondo, è testimone della passione dell’artista per le produzioni artigianali di pregio di cui è studiosa e collezionista.
Ancora la carta è protagonista del lavoro di Lia Drei, La Quadrilogia di libri (1969, 1980, 1988, 1991), un’opera d’impronta sperimentale in cui la manualità assume un ruolo fondamentale. Il lavoro minuzioso d’intaglio del cartoncino, con aggiunta del collage e di interventi grafici, rivela la conoscenza da parte dell’artista degli studi e delle novità sulla percezione visiva da parte dello strutturalismo e della Gestalt. L’oggetto artistico in sé contempla la possibilità di essere fruito mantenendo viva la concezione di un’arte performativa, cui la Drei si è dedicata dalla fine degli anni Sessanta, che coinvolga il fruitore, e che si rivolge, in questa occasione, a utenti svantaggiati come i non vedenti.
Per Amparo Sard la carta non è solo supporto ma diaframma che mette in relazione tra dentro e fuori. Nell’opera esposta 1/4 di Parte (2014), il soggetto è il corpo in divenire, le cui forme sono definite da piccoli buchi ravvicinati che creano una ulteriore dimensione. Nella meticolosa e lenta disposizione dei fori che profanano la superficie del foglio, si avverte l’intento introspettivo peculiare di questo lavoro.
Un modo insolito per utilizzare la carta è quello scelto dall’artista di Teheran Avish Khebrehzadeh che nel 2004 ha realizzato la videoinstallazione In the Horizon in cui il supporto per la proiezione è costituito da grandi fogli di carta di riso trattati con olio di oliva e lunghi teli di plastica, su cui sono delineate con la matita figure di nuotatori. 
 
Anche la ceramica è una delle tecniche presenti in mostra, solo evocata nelle sue potenzialità nel bozzetto di Carla Accardi del 1971-1972, “vincitore al concorso pubblico per gli interventi artistici alla scuola media Fantappié di Roma e relativa alla decorazione in ceramica policroma, con un pannello centrale di tre metri per uno e due laterali di un metro per un Metro”. In questo caso è interessante rilevare come l’uso dello smalto su sicofoil, un acetato di cellulosa usato dall’artista per molte opere, denoti nella ricerca di una resa quanto più efficace e verosimile possibile, la sensibilità dell’Accardi per l'arte della ceramica.
Ancora terracotta nel lavoro di Giosetta Fioroni di cui sono esposti Venti Alberi in ceramica invetriata realizzati nel 1998 a Faenza presso la bottega Gatti. L’artista, con un background legato alla pittura e di matrice Pop, si è avvicinata a questa materia dal 1993 e qui ci offre una narrazione attraverso la variazione sul tema. Il modulo reiterato,  legato alla lezione warholiana, riacquista un’identità e si anima in superficie di elementi come forme, case, stelle, maschere, fiori, foglie, animali, scritte che rendono ogni albero un unicum.
 
Un esempio di arte collettiva che prevede un largo impiego di manualità è la videoinstallazione Cattedrale l’installazione di Alessandra Tesi realizzata nel 2002. L’opera, che si presenta come un vero e proprio quadro di luce, è costituita da un video, che proietta le immagini di un rito sacro nella cattedrale parigina di Notre Dame, e dallo schermo stesso che, realizzato con 750.000 microsfere di vetro infilate a mano in 650 fili da volontari, costituisce un supporto inedito.
 
Anche Sissi, artista che lavora con diversi linguaggi tra cui la performance, crea le sue opere a partire da materiali naturali come il rattan e le carte colorate a china. I 2 Nidi esposti, che costituiscono una parte dei 25 dell’installazione realizzata per il Macro nel 2004, sono un esempio del processo creativo dell’artista, che prevede un momento di elaborazione artigianale complesso legato a pratiche tradizionali antichissime come l’intreccio e un momento di intensa espressività costituito dal coinvolgimento attivo del corpo con gli oggetti creati. Anche l’elemento narrativo  si coglie nella trasformazione dei materiali stessi che recano in sé una storia e nella potenzialità evocativa di una forza generatrice riconducibile al titolo stesso.

La mostra è promossa dall’Assessorato alla Cultura e al Turismo di Roma - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali

 Le artiste: Titina Maselli, Carla Accardi, Giosetta Fioroni, Maria Lai, Isabella Ducrot, Sissi,Alessandra Tesi, Avish Khebrehzadeh, Elisa Montessori, Amparo Sard, Paola Gandolfi, Lia Drei, Rosanna Lancia, Nedda Guidi, Benedetta Bonichi, Beatrice Pediconi, Elisabetta Catalano.


INFO STAMPA

Ufficio Stampa MACRO

Patrizia Morici p.morici@zetema.it; stampa.macro@comune.roma.it

INFO PUBBLICO

MACRO

via Nizza 138, Roma

Orario: da martedì a domenica, ore 10.30-19.30 (la biglietteria chiude un’ora prima).

INGRESSO

MACRO via Nizza

Tariffa intera: non residenti 13,50 €, residenti 12,50 €.

Tariffa ridotta: non residenti 11,50 €, residenti 10,50 €.

MACRO via Nizza + MACRO Testaccio

Tariffa intera: non residenti 14,50 €, residenti 13,50 €

Tariffa ridotta: non residenti 12,50 €, residenti 11,50 €

Informazioni sugli aventi diritto alle riduzioni: www.museomacro.org

INFO: +39 060608

www.museomacro.org


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Elena Paloscia
10/10/2017
Storica dell’arte e curatrice indipendente si è laureata in Storia dell’Arte Moderna all’Università “La Sapienza di Roma. Ha frequentato un corso di Perfezionamento in Museografia presso il [...]
Golconda Arte. Artigianato Artistico in Italia e nel mondo. Registrazione del Tribunale di Roma n. 210/2013 - Direttore Responsabile: Elena Paloscia
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