L’esposizione, curata da Antonia Arconti e da Paola Coltellacci, intende valorizzare le opere d’arte prodotte da una selezione di artiste dagli anni sessanta fino ad oggi. Generazioni a confronto e linguaggi diversi che comprendono opere pittoriche, installazioni, video, dialogano tra loro in grande sintonia.
Si tratta di opere di grandi dimensioni, ma non solo, su temi connessi al corpo e all’identità e di grande impatto emozionale, molte delle quali legate da un elemento comune: il “fare artigianale”.
I materiali e le tecniche scelte per le loro creazioni dalle artiste in mostra hanno storie millenarie: il cucito, l’intreccio, la produzione tessile, la lavorazione della carta e della terracotta o l’assemblaggio.
Essere presenti con opere di dimensioni notevoli o lasciare il segno con piccoli interventi, questo è lo stato d’animo di chi si muove nel mondo dell’arte con uno spirito nuovo, e differente.
Il tempo, scandito dalla complessità dei lavori, piccoli e grandi che siano, la ripetizione del modulo, un modo del tutto personale di riempire lo spazio, piano o tridimensionale e di reinterpretare materiali e supporti, nonché la propensione ad un lavoro corale o condiviso, tutto fa pensare ad una creatività piena e libera da schemi precostituiti.
Ci sono i lavori in stoffa e carta delle artiste degli anni Sessanta e Settanta come Maria Lai, artista sarda che del filo ha fatto il suo pennello, indagando e narrando anche le storie della sua terra è presente con l’opera Misurare l’infinito del 1987, in cui il filo nero ha disegnato sulla tela chiara, mediante un ricamo un percorso immaginario volto a indagare altre dimensioni suggerite dalla direzione degli inserti geometrici.
Di Elisa Montessori, sono esposti i Rotoli del 1999, un’opera in carta costituita da elementi dipinti o assemblati d’ispirazione orientale, che alludono come in un racconto per immagini alla multiculturalità della Capitale.
Anche il lavoro di Isabella Ducrot, il monumentale telo Li-Jang del 1997, realizzato con assemblaggi in carta e stoffa provenienti da ogni parte del mondo, è testimone della passione dell’artista per le produzioni artigianali di pregio di cui è studiosa e collezionista.
Ancora la carta è protagonista del lavoro di Lia Drei, La Quadrilogia di libri (1969, 1980, 1988, 1991), un’opera d’impronta sperimentale in cui la manualità assume un ruolo fondamentale. Il lavoro minuzioso d’intaglio del cartoncino, con aggiunta del collage e di interventi grafici, rivela la conoscenza da parte dell’artista degli studi e delle novità sulla percezione visiva da parte dello strutturalismo e della Gestalt. L’oggetto artistico in sé contempla la possibilità di essere fruito mantenendo viva la concezione di un’arte performativa, cui la Drei si è dedicata dalla fine degli anni Sessanta, che coinvolga il fruitore, e che si rivolge, in questa occasione, a utenti svantaggiati come i non vedenti.
Per Amparo Sard la carta non è solo supporto ma diaframma che mette in relazione tra dentro e fuori. Nell’opera esposta 1/4 di Parte (2014), il soggetto è il corpo in divenire, le cui forme sono definite da piccoli buchi ravvicinati che creano una ulteriore dimensione. Nella meticolosa e lenta disposizione dei fori che profanano la superficie del foglio, si avverte l’intento introspettivo peculiare di questo lavoro.
Un modo insolito per utilizzare la carta è quello scelto dall’artista di Teheran Avish Khebrehzadeh che nel 2004 ha realizzato la videoinstallazione In the Horizon in cui il supporto per la proiezione è costituito da grandi fogli di carta di riso trattati con olio di oliva e lunghi teli di plastica, su cui sono delineate con la matita figure di nuotatori.
Ancora terracotta nel lavoro di Giosetta Fioroni di cui sono esposti Venti Alberi in ceramica invetriata realizzati nel 1998 a Faenza presso la bottega Gatti. L’artista, con un background legato alla pittura e di matrice Pop, si è avvicinata a questa materia dal 1993 e qui ci offre una narrazione attraverso la variazione sul tema. Il modulo reiterato, legato alla lezione warholiana, riacquista un’identità e si anima in superficie di elementi come forme, case, stelle, maschere, fiori, foglie, animali, scritte che rendono ogni albero un unicum.
La mostra è promossa dall’Assessorato alla Cultura e al Turismo di Roma - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali
Le artiste: Titina Maselli, Carla Accardi, Giosetta Fioroni, Maria Lai, Isabella Ducrot, Sissi,Alessandra Tesi, Avish Khebrehzadeh, Elisa Montessori, Amparo Sard, Paola Gandolfi, Lia Drei, Rosanna Lancia, Nedda Guidi, Benedetta Bonichi, Beatrice Pediconi, Elisabetta Catalano.
INFO STAMPA
Ufficio Stampa MACRO
Patrizia Morici p.morici@zetema.it; stampa.macro@comune.roma.it
INFO PUBBLICO
MACRO
via Nizza 138, Roma
Orario: da martedì a domenica, ore 10.30-19.30 (la biglietteria chiude un’ora prima).
INGRESSO
MACRO via Nizza
Tariffa intera: non residenti 13,50 €, residenti 12,50 €.
Tariffa ridotta: non residenti 11,50 €, residenti 10,50 €.
MACRO via Nizza + MACRO Testaccio
Tariffa intera: non residenti 14,50 €, residenti 13,50 €
Tariffa ridotta: non residenti 12,50 €, residenti 11,50 €
Informazioni sugli aventi diritto alle riduzioni: www.museomacro.org
INFO: +39 060608
www.museomacro.org
10/10/2017
Storica dell’arte e curatrice indipendente si è laureata in Storia dell’Arte Moderna all’Università “La Sapienza di Roma. Ha frequentato un corso di Perfezionamento in Museografia presso il [...]