periodo: 01/04/2016 - 04/09/2016
curatore: Mariangela Agliati Ruggia e da Alessandra Brambilla
presso: Pinacoteca cantonale Giovanni Züst, Rancate (Mendrisio), Canton Ticino, Svizzera
Bastoni che passione è il titolo della mostra dedicata alla collezione dei bastoni da passeggio dell’avvocato Luciano Cattaneo esposti alla Pinacoteca Zust di Rancate a partire dal 1 maggio. L’esposizione, curata da Mariangela Agliati Ruggia e da Alessandra Brambilla, nasce nell’ambito delle iniziative volte a scoprire e a valorizzare il patrimonio culturale del territorio ed in particolare a rendere visibile opere ed oggetti raccolti in collezioni private.
Le esclusive raccolte generate grazie a passioni personali diventano così per alcuni mesi un bene da mettere a disposizione di tutti suscitando, come in questo caso, non solo curiosità per un argomento che certamente affascina e diverte, ma anche attenzione verso contesti sociali del passato che, per l’occasione vengono riproposti anche attraverso documentazione dell’epoca.
Come gli altri accessori che sono entrati a far parte della storia del costume e dello stile, anche il bastone, utilizzato non solo per necessità, ma come parte integrante del corredo da passeggio, ben rappresenta, esattamente come un gioiello, la personalità e l’immagine pubblica che chi lo sceglie desidera comunicare.
Questo “innocuo” sostituto della spada, che ha una storia antichissima e già appare su reperti di epoca classica come attributo delle divinità, simbolo di potere e religioso, diviene tra Settecento e Ottocento, fino ai primi anni del Novecento, un oggetto prezioso, spesso trasformabile con aspetto elegante o estroso.
Un’occasione per gli artigiani di dare il meglio della propria abilità ed inventiva nella lavorazione dei materiali più vari e nella creazione di oggetti a volte anche polifunzionali.
Proprio incuriosito dalla varietà delle tipologie di bastoni disponibili sul mercato antiquario, l’avvocato Luciano Cattaneo, sportivo, amante degli oggetti d’uso comune e già collezionista di gufi e di rapaci, rimasto folgorato durante una visita al celebre mercatino londinese di Portobello, dà inizio alla sua raccolta arrivando a collezionarne alcune centinaia.
Così in mostra, oltre ad un cratere apulo del IV secolo a.C., in cui il bastone compare ben due volte sia come tirso, il bastone sacro legato al dio Dioniso, in corniola con pigna sulla sommità, sia come più semplice bastone da appoggio in un’altra immagine, si trovano soprattutto bastoni del XVIII e XIX secolo, realizzati con i più disparati materiali.
Diversi tipi di legno erano utilizzati per il fusto mentre l’impugnatura, poteva essere in vetro, metallo, o avorio (sia di elefante che di ippopotamo, tricheco, balena).
Non mancano gli oggetti stravaganti di grande interesse dal punto di vista antropologico definiti “bastoni a sistema”. Si tratta di manufatti costituiti da meccanismi apribili e che all’interno contenevano il necessario per le più svariate attività.
Il bastone del notaio celava penna, calamaio e tampone, quello del pittore conteneva pennelli e acquerelli. Per il picnic era utile portare con sé con cavatappi, coltello e forchetta, mentre per la sicurezza personale si costruivano bastoni da difesa con stiletti e armi da fuoco.
Annoverati dallo scrittore Giuseppe Scaraffia tra i “demoni della frivolezza” alcuni esemplari svelano le pruderie dei secoli passati con elementi erotici come ad esempio mostra un bastone che reca due lenti microscopiche che, osservate in controluce, svelano fotografie di giovani donne svestite in pose esplicitamente allusive.
L'iconografia zoomorfa era diffusa e le decorazioni potevano avere anche una valenza simbolica rivolta a particolari categorie di persone, se ad esempio vi era l’effigie di una civetta, questa poteva avere la funzione, per prostitute e omosessuali che frequentavano i porti, di segnalare la propria presenza e disponibilità ai marinai.
Non solo attraverso gli oggetti però è riassunto lo spirito del tempo, ma la storia dei bastoni è ripercorsa anche anche grazie ad una selezione di fotografie tra cui molte di Roberto Donetta, alla scelta di interessanti pagine di riviste illustrate, di dipinti di artisti locali e di abiti coevi che testimoniano e ricreano l’atmosfera di un’epoca in cui l’eleganza era non solo un dovere ma anche un piacere.
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indirizzo
Piazza Santo Stefano, 6862 Rancate, Svizzera
telefono
Tel. +41 (0)91 816.47.91
decs-pinacoteca.zuest@ti.ch
web
http://www4.ti.ch/decs/dcsu/ac/pinacoteca-zuest/home/
orari
20 marzo – 28 agosto 2016 Da marzo a giugno: 9-12 / 14-17 Luglio e agosto: 14-18 Chiuso: il lunedì. Festivi aperto.
accesso per i disabili
si
biglietti
intero: CHF/€ 10.- ridotto (pensionati, studenti, gruppi): CHF/€ 8.-
ufficio stampa
Pinacoteca Züst – Rancate (Mendrisio), Canton Ticino, Svizzera Tel. +41 (0)91 816.47.91; decs-pinacoteca.zuest@ti.ch; www.ti.ch/zuest per l’Italia: Studio ESSECI – Sergio Campagnolo – Padova, Italia Tel. +39 049.663.499; info@studioesseci.
10/10/2017
Storica dell’arte e curatrice indipendente si è laureata in Storia dell’Arte Moderna all’Università “La Sapienza di Roma. Ha frequentato un corso di Perfezionamento in Museografia presso il [...]