È un artista a tutto tondo Diego Tolomelli in arte IKO, maestro del vetro che ha trasformato il suo mestiere in una passione riassumendo in sé le caratteristiche dell’artigiano rinascimentale e dell’artista contemporaneo.
Una perfetta padronanza del mestiere, appreso nel corso di sette lunghi anni trascorsi a Londra città in cui si è recato giovanissimo da Pavia. Decisivi per la sua formazione sono stati il clima culturale internazionale e l’esperienza londinese presso il John Hardman Studios e il Norgrove Studios, dove ha fatto tesoro di straordinarie opportunità quali la realizzazione di otto nuove vetrate per il parlamento inglese (palazzo di Westminster) e il restauro della collezione privata Sam Fogg di vetrate medievali. Questo patrimonio di conoscenze lo ha portato con sé al suo ritorno in Italia. A Roma non ha avuto difficoltà ad entrare a far parte del prestigioso studio d’arte Giuliani e proprio qui realizza le vetrate per la cattedrale di Abuja, capitale della Nigeria. Pronto per intraprendere un percorso individuale apre l’IKO studio (a Roma nel 2007), che oggi si trova a Porano in un Casale vicino Orvieto. È qui che ha modo di dare vita alle sue creazioni che spaziano dall’ideazione di vetrate e complementi d’arredo ispirate alla produzione medievale e classica, o a temi astratti in chiave contemporanea.
Raffinatezza, cura del dettaglio e grande perizia nel dipingere con la tecnica della grisaille, a gran fuoco contraddistinguono il suo lavoro che di volta in volta assolve funzioni diverse: dalla istituzionale vetrata per edifici religiosi, alla realizzazione di complementi d’arredo per edifici privati e pubblici, tra cui box porte, porte scorrevoli, divisori d’interni, lucernari, controsoffitti retro illuminati, lampade e oggettistica che esegue con diverse tecniche realizzando vetrate a piombo e vetrate Tiffany in stile classico, vetrate barocche, vetrate gotiche e vetrate in stile nouvau déco.
Il suo slancio creativo tuttavia non si esaurisce nell’abilità di saper interpretare i desideri di una committenza prestigiosa, ma ci svela un altro aspetto della sua personale ricerca: la serie di vetrate dedicate ai temi erotici, esposte con successo in occasione di mostre in Italia e all’estero. L’intento dichiarato dall’artista è quello di proporre un “immaginario diverso”, al di là dei “finti immaginari perfetti”.
L’omoerotismo è il soggetto principale, il linguaggio scelto è quello dell’amore e di una sessualità sincera e disinibita, che rappresenta per dirla con le parole di Giuseppe Maggiore, “un’umanità riconciliata con sé stessa”. Conscio della scelta di portare l’amore terreno in una dimensione ultraterrena come quella storicamente attribuita alla vetrata, l’artista non teme di essere trasgressivo ed esplicito, nelle sue scelte iconiche. Sebbene il suo lavoro denunci l’apprezzamento per l’arte del passato e del presente di grandi maestri come, Edward Burns-Jones, Harry Clarke, Pierre et Gilles, Gilbert et George, si coglie in queste sue opere una costante variazione stilistica, quasi ad intermittenza che conferma l’abilità dell’artista e al tempo stesso sembra voler ammiccare a quel mondo contemporaneo che vede la vetrata come qualche cosa di passato, trasformandola così, con le sue luci delicate e sensuali, in una sorta di schermo entro cui perdersi.
10/10/2017
Storica dell’arte e curatrice indipendente si è laureata in Storia dell’Arte Moderna all’Università “La Sapienza di Roma. Ha frequentato un corso di Perfezionamento in Museografia presso il [...]