"Se l'opportunità non bussa, costruisciti una porta".
Milton Berle.
Disabilità, disagio psichico o sociale, sono condizioni di oggettiva difficoltà in cui intervenire con le potenzialità proprie dell’artigianato artistico può aprire nuove prospettive per la vita di chi parte svantaggiato.
L’arte maieutica di scoprire ed attivare le risorse di ciascuno e trasformarle in bene sociale, cela un mondo spesso sommerso e scarsamente riconosciuto, se non per rari casi, che opera ormai da tempo intorno a questi temi. Crescono le iniziative: dall’arte terapia, alla formazione per i giovani a rischio o per persone disabili, alle cooperative sociali create per accogliere soci lavoratori che appartengono a queste fasce protette. Quando possibile, ne seguiremo volentieri i percorsi. Vediamo in che modo queste attività possono generare ricadute positive non solo sui soggetti cui sono rivolte ma su tutta la società. Ad una prima ricerca, il dato principale è che sempre più operatori sociali e istituzioni si attivano per la creazione di attività laboratoriali e formative per queste categorie di persone, portando avanti progetti anche pluriennali che poi si concretizzano in opportunità di impiego con l’obiettivo di conferire un certo grado di autonomia ai soggetti coinvolti. Se l’autonomia, sociale ed economica, è certamente uno dei punti cardine di questo genere di programmi, è importante valutare anche altri positivi effetti generati da tali attività, come la capacità di interagire con gli altri in un contesto lavorativo o l’incremento dell’autostima. Quest’ultima, ad esempio, può nascere anche nell’ambito di un laboratorio di arte terapia, senza finalità produttive, eseguito con bambini difficili o con disabili psichici o fisici; si sviluppa in relazione alla tipologia di problema e cresce nella misura in cui matura la consapevolezza della propria capacità di creare oggetti di qualità e di alto valore estetico. Oltre alla libertà creativa, il processo di apprendimento di un procedimento e l’acquisizione di un metodo rivestono un ruolo fondamentale: infondono sicurezza e garantiscono una capacità di autodeterminazione e disciplina che talvolta i partecipanti non sono in grado di gestire da soli. Pensiamo ad esempio a chi, come i carcerati, ha alle spalle un vissuto difficile: ciò affonda le sue radici proprio in una profonda mancanza di autostima che poi, nel difficile passaggio tra infanzia e adolescenza, si può trasformare in comportamenti asociali. Se presso gli operatori di arte terapia spesso c’è la consapevolezza dell’importanza del lavoro che attiva una serie di risposte positive senza tuttavia dover sempre forzatamente ricercare un risultato estetico di alto livello, chi ha l’obiettivo di inserire in un contesto lavorativo le persone svantaggiate deve tenere presente anche l’aspetto “artistico” vero e proprio. Per questo è importante che il coinvolgimento dei partecipanti non si limiti ad un mero contributo di manodopera ma che includa anche la capacità di sviluppare e portare a termine il proprio processo creativo. È per questa ragione che sempre più spesso intervengono designer o artisti per insegnare o per affiancare i partecipanti. Il contatto e la conoscenza dei materiali e la scoperta della possibilità di manipolarli e trasformarli, con la loro valenza simbolica e materiale, costituiscono un momento clou della formazione. Un alto standard qualitativo e l’attenzione anche per i temi più attuali, come la sostenibilità ambientale e il riuso di materiali, la ricerca e l’innovazione, garantiscono inoltre un riconoscimento esterno in cui il valore aggiunto intrinseco, ma spesso anche spendibile nella comunicazione, è proprio quella “diversità che fa la differenza”. Sensibilità diverse e inusuali possono infatti, se ben guidate, raggiungere risultati interessanti sia dal punto di vista artistico che per un lancio nel mercato. In questo, giocano un ruolo interessante il web e le vendite online che consentono una diffusione capillare delle creazioni abbattendo i costi degli spazi. Queste brevi considerazioni, che costituiscono uno spunto di riflessione per un osservatorio su questa realtà, nascono dall’augurio che in futuro la si possa considerare non parallela e frammentaria ma integrata a pieno titolo con il mondo creativo e produttivo dell’artigianato artistico. Perché i talenti possano emergere e perché le iniziative positive possano diffondersi in maniera virale così da “contagiare” anche gli scettici, proponiamo qualche interessante esperienza cui ne aggiungeremo altre al più presto.
Hanno nomi fantasiosi e spesso ironici, sono i comparti produttivi di cooperative, progetti ormai attivati che propongono su internet o in vendita presso selezionati punti vendita i loro prodotti. Ci sono idee regalo, idee per le aziende, oggetti di design ed arredo per la casa, con una sola cosa in comune: voler esserci.
Ecco così le semplici idee di cartotecnica e ceramica di Perlaluna, settore produttivo della cooperativa Piprò, in cui lavorano persone con disagio psichico, o i coloratissimi originali prodotti del gruppo di Sipario a Firenze. Le Borse di Patty, in materiali riciclati intrecciati dai ragazzi speciali della cooperativa Sociale Oltre l’Orizzonte, strizzano l’occhio alla green art, mentre tra le molte altre attività che porta avanti da anni l’Occhio del Riciclone, segnaliamo il progetto Romamor che ha valorizzato la cultura e le abilità manuali dei Rom. Ancora impegno ecologico per gli oggetti creati dai detenuti, come le borse in pvc riciclato di Oredaria (Roma - Rebibbia) o gli oggetti di design di Ferro e fuoco Jail Design (Fossano- Cuneo). La tutela della memoria storica e culturale, coniugata all’inclusione sociale delle detenute della casa circondariale di Enna, è infine l’obiettivo del progetto A manilibere, da cui è nata la cooperativa Filo dritto che si occupa di lavorazione del feltro e di recupero della tradizione tessile siciliana.
Seguiteci, nei prossimi aggiornamenti con le altre segnalazioni e con gli approfondimenti e, se volete suggerirci qualche esperienza che valga la pena approfondire, scrivete a info@golcondarte.it.
10/10/2017
Storica dell’arte e curatrice indipendente si è laureata in Storia dell’Arte Moderna all’Università “La Sapienza di Roma. Ha frequentato un corso di Perfezionamento in Museografia presso il [...]